Una telecamera connessa alla rete senza fili, parte della videosorveglianza WiFi, offre innanzitutto libertà di posizionamento: basta una presa di corrente o, nel caso dei modelli a batteria, non serve neppure quella. L’assenza di cavi riduce i lavori di installazione e consente di spostare l’unità in pochi minuti, ad esempio da una stanza alla terrazza, seguendo le necessità del periodo.
In più, grazie alle app mobile e web, le immagini sono visibili in tempo reale su smartphone, tablet o computer: un vantaggio importante per chi viaggia spesso. Ultimo, ma non meno importante, l’integrazione con la domotica: lampadine smart, sensori e persino citofoni possono comunicare con le videocamere, con scenari di automazione che rendono la casa più sicura e intelligente.
Le caratteristiche tecniche essenziali
Prima di un acquisto è bene concentrarsi sui parametri che incidono davvero sulla qualità dell’immagine e sulla fruibilità del sistema:
- risoluzione e sensore – oggi il minimo è la definizione Full HD (1920×1080 px), ma chi desidera ingrandire i dettagli può salire a 2K o 4K, a patto di avere banda WiFi adeguata e spazio di archiviazione sufficiente;
- campo visivo – espresso in gradi, indica l’ampiezza dell’inquadratura. Un grandangolo oltre i 120 gradi copre maggiori porzioni di stanza;
- visione notturna – i LED a infrarossi permettono di vedere al buio; valutiamo la portata, di solito tra 5 e 10 metri dentro casa, fino a 30 metri per modelli da esterno;
- audio bidirezionale – microfono e altoparlante integrati consentono di parlare con chi è dall’altra parte;
- connettività – la compatibilità con le reti a 2,4 GHz e 5 GHz riduce le interferenze e assicura più velocità di streaming;
- rilevazione intelligente – algoritmi di IA distinguono persone, animali o veicoli, inviando notifiche più pertinenti.
Sicurezza dei dati e privacy
Una telecamera che protegge la casa deve, per prima cosa, proteggere i filmati. Verifichiamo, quindi, che il flusso video sia cifrato e che l’accesso all’app richieda l’autenticazione a due fattori. Valutiamo poi dove finiscono le registrazioni:
- archiviazione cloud – i video sono salvati su server remoti accessibili via internet. È comodo (non ci sono schede da sostituire) ma prevede spesso un abbonamento mensile o annuale;
- memoria locale – gli slot microSD permettono di mantenere i file fisicamente in casa, ma bisogna tenere conto dello spazio a disposizione.
Per quanto riguarda la privacy, nel nostro Paese, le norme impongono cartelli di avviso se l’area è soggetta a sorveglianza e vietano di riprendere spazi pubblici o proprietà altrui senza consenso.














