Curiosità sui rilevatori da esterno

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I rilevatori antifurto non sono tutti uguali: quelli da esterno devono avere caratteristiche diverse da quelli da interno, innanzitutto per via degli agenti atmosferici!

La pioggia, la grandine, la neve, ma anche il sole possono avere effetti negativi sul sensore, disturbando e compromettendo il suo buon funzionamento. Non è un caso, infatti, che le ogni rilevatore possieda una classe di protezione IP – International Protection – che identifica il grado di resistenza agli agenti atmosferici.

Il codice si presenta con la siglia IPXX, dove la prima X indica la protezione contro solidi che possono entrare in contatto con le parti pericolose, mentre la seconda si riferisce alla protezione contro i liquidi, corrosivi e non – più alti saranno i numeri, maggiore sarà il grado di protezione, il massimo della protezione si ha con un sensore siglato IP68.

Gli agenti atmosferici non sono i soli elementi a disturbare un sensore, a questi si aggiungono i colpi da oggetti contundenti, l’accecamento attraverso vernici o lacche, lo strappo e la manomissione.

Il funzionamento di un rilevatore da esterno rimane identico a quello dei sensori da interno; la grossa differenza sta solo nel posizionamento e nella taratura che devono essere fatti con scrupolo, per evitare falsi allarmi.

I rilevatori da esterno migliori, sono quelli dotati della funzionalità PET IMMUNE, anche se non possedete cani e gatti, piccoli uccelli o animali possono intrufolarsi in giardino e far scattare l’allarme inutilmente.

La tipologia di rilevatori da esterno più usata è quella dei sensori a raggi infrarosso installati in coppia. Sono detti PIR attivi e hanno una parte ricevente e una emittente, in questo modo si crea una barriera perimetrale che, se interrotta, fa scattare l’allarme. Sono sistemi perfetti per cancelli, recinti, balconi, portici e sono ancora più affidabili quando sfruttano la doppia tecnologia – PIR e onde elettromagnetiche.

I prezzi dei rilevatori da esterno sono più alti rispetto a quelli da interno, per via degli involucri più resistenti, ma a influire sul prezzo c’è anche l’ampiezza della copertura del sensore e la tecnologia sfruttata.

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