Impianti d’antifurto via radio ed emissioni

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Allarme wireless
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Diverse persone si chiedono se, una volta installato un impianto di antifurto via radio (ovvero wireless, senza fili) per monitorare la propria casa e proteggerla contro i ladri e i malintenzionati, si possa incorrere in qualche tipo inquinamento, ovvero se le emissioni delle onde radio generate dalla centrale d’allarme e dai sensori che compongono il sistema di sicurezza siano in qualche modo dannose per la salute. Detto ciò va fatta subito una premessa: in realtà non vi sono radiazioni nocive per gli utenti in caso di impiago di impianti wireless, in quanto la potenza di trasmissione è molto bassa e i sensori comunicano con la centrale solo in caso di allarme o per motivi di controllo. Gli impianti di antifurto senza fili lavorano su frequenze radio e tramite meccanismi di trasmissione consentiti ed approvati dall’ETSI, sigla che sta per European Telecommunications Standards Institute: si tratta dell’organo ufficiale responsabile della definizione e dell’emissione standard in Europa nel campo delle telecomunicazioni.

Inoltre bisogna rimarcare che la trasmissione radio, nell’ambito del funzionamento di questi sistemi, non è continua, poiché un sensore invia informazioni alla centrale solo quando rileva uno stato d’allarme; proprio per questo motivo si realizza un’esposizione alle emissioni radio irrisoria e ridotta nel tempo. Riepilogando, un impianto d’antifurto via radio, seppur composto da numerosi dispositivi che lavorano e comunicano con la centrale d’allarme, non costituisce rischi per la salute delle persone. Per avvalorare questa tesi, è importante specificare che le regole e le leggi in materia indicano che la potenza emessa dalle periferiche (per esempio dai contatti magnetici per le porte e le finestre oppure dai sensori perimetrali o volumetrici che rilevano la presenza indesiderata di oggetti o individui e così via), non deve andare oltre i 10 milliwatt: per fare un esempio pratico e alla portata di chiunque, si tratta di un dato 200 volte inferiore alla potenza erogata da un semplice Smartphone.

In più va detto che i dispositivi che basano il loro funzionamento sulla tecnologia wireless lavorano grazie a determinate batterie, pertanto da parte di chi progetta tali apparecchiature vi è la responsabilità di circoscrivere al minimo i consumi dei prodotti per evitare al proprietario interventi di manutenzione frequenti. Pertanto vien da sé che la trasmissione dati da parte delle periferiche si verifica per un tempo molto limitato, che può essere di circa due o tre secondi, e solo nel caso in cui ci siano reali situazioni d’allarme. Conseguentemente il grado tossicità per le persone è effettivamente pari a zero, ancor più se si riflette sul fatto che, a differenza dell’uso che facciamo di un comune telefono cellulare, questi dispositivi sono decisamente più lontani dal corpo.

Per concludere, è importante sottolineare che, sia per quanto riguarda l’esposizione che la potenza delle onde radio di un impianto di antifurto wireless, non ci si accosta neanche un po’ al livello di quelle del WI-FI o dei trasmettitori per Smartphone. Basta pensare che se utilizziamo il nostro cellulare per pochi minuti, ci esponiamo ad una potenza di trasmissione assai superiore a quella di un impianto d’antifurto via radio in un anno.

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